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21 Mag 2025

Pulizie, musei, biblioteche: paghe basse in Trentino Alto Adige

In Italia, nonostante la crescita del tasso di occupazione, quasi un lavoratore su dieci è a rischio povertà. E la causa è molto spesso il lavoro non stabile. Se ne è parlato nel corso della tavola rotonda organizzata da Filcams del Trentino e Filcams dell’Alto Alto Adige a Lavis nell’ambito delle iniziative per il referendum dell’8 e del 9 giugno. Ha parlato di occupazioni povere il segretario della Filcams del Trentino Luigi Bozzato, che ha raccontato la condizione dei lavoratori negli appalti, i quali vivono con 10 euro lordi l’ora, che possono diventare anche meno di 8 euro lordi l’ora negli appalti di servizio, dal pulimento fino ai musei provinciali e alle biblioteche. “L’aumento della povertà lavorativa è in larga parte dipendente dalla diffusione di contratti di lavoro flessibili, del part-time involontario, dei cosiddetti ‘lavoretti’, oltre che da un incremento del peso dei servizi che sono tra i settori produttivi più a rischio di basso salario, ma che stanno assorbendo i maggiori incrementi di manodopera”, ha ricordato Bozzato. In Italia – si legge in una nota – si è ampliata anche la forbice tra benestanti e poveri, con un aumento delle disuguaglianze. Lo ha ricordato il professore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento Paolo Barbieri. Nel nostro Paese ci sono circa 2,5 milioni di lavoratori poveri e crescono ancor più che in Europa gli occupati full time (con almeno sette mesi di lavoro all’anno) poveri. I soggetti più a rischio – ha ricordato il professore UniTn – sono le famiglie monoreddito. Il segretario della Cgil del Trentino Andrea Grosselli ha ricordato che puntare sulla qualità del lavoro è “la sfida più difficile per Italia e Trentino”. “Nel 2023 la produttività del lavoro in Italia, cioè la ricchezza prodotta, è crollata del 2,5%, mentre cresceva l’occupazione. Questo perché si è creata un’occupazione di bassa qualità e senza investimenti in settori ad alta qualificazione”. Cristina Masera, segretaria della Cgil dell’Alto Adige, ha ricordato che in provincia di Bolzano è precario il 30% dei lavoratori. (ANSA)