“Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza” (Is 12,3) con le parole del Profeta Isaia si apriva l’Enciclica con cui Pio XII ricordava il primo centenario dell’estensione all’intera Chiesa della Festa del Sacro Cuore di Gesù – da ieri sono passati 50 anni, ma da allora nulla è andato perso del vero significato di questo culto.
Nel promuovere il culto al Cuore di Gesù, l’Enciclica “Haurietis aquas” esortava infatti i credenti ad aprirsi al mistero di Dio e del suo amore, lasciandosi da esso trasformare”. Con queste parole, Papa Benedetto XVI descrive l’importanza della devozione al Sacro Cuore di Gesù, oggetto dell’Enciclica di Papa Pio XII. Documento, questo, tra l’altro, citato anche da Papa Francesco nella sua “Dilexit nos”.
Papa Benedetto XVI conosceva bene le pagine di quella Enciclica. E a distanza di cinquant’anni dalla sua scrittura, ribadiva con forza che “il costato trafitto del Redentore è la sorgente alla quale ci rimanda l’Enciclica “Haurietis aquas”: a questa sorgente dobbiamo attingere per raggiungere la vera conoscenza di Gesù Cristo e sperimentare più a fondo il suo amore. Potremo così meglio comprendere che cosa significhi conoscere in Gesù Cristo l’amore di Dio, sperimentarlo tenendo fisso lo sguardo su di Lui, fino a vivere completamente dell’esperienza del suo amore, per poi poterlo testimoniare agli altri”.