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02 Mag 2024

Festa del lavoro: l’arcivescovo Lauro nella segheria della Comunità di Fiemme

La denuncia dell’arcivescovo Lauro sale tra bancali di assi della segheria della Magnifica Comunità a Ziano di Fiemme, nella Messa per il 1° Maggio, festa di san Giuseppe lavoratore.

“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma quanta strada dobbiamo ancora fare per dare corpo e concretezza a questo principio della nostra Costituzione! Le morti sul lavoro anche nel nostro Trentino, la precarietà del lavoro giovanile, i salari inadeguati, la diseguaglianza retributiva tra uomini e donne, lo sfruttamento dei migranti”.

Una valle, quella di Fiemme, spesso indicata da monsignor Tisi come modello virtuoso di sviluppo perché sta “sperimentando con le proprie imprese – nota l’Arcivescovo anche in occasione della Festa del lavoro – degli innovativi sistemi volti a un lavoro che vada a tutelare l’ambiente e a permettere la conciliazione famiglia-lavoro”.

Un territorio che è stato capace nel tempo di reagire alle ripetute ferite – il doppio Cermis, Stava, Vaia, ora il bostrico – anche grazie a “quella cultura – ricorda l’Arcivescovo – che ha dato vita alla straordinaria esperienza della Magnifica Comunità di Fiemme” e alle cui radici rimandano “la tutela del territorio, il lavoro gratuito a favore della comunità, la solidarietà come strumento per la salvaguardia del bene di tutti, la valorizzazione delle tipicità di ogni comunità”.

Radici nelle quali don Lauro ritrova “i lineamenti del falegname di Nazareth, la bellezza e la forza del Vangelo. L’augurio è che la nostra Chiesa insieme con voi, – sull’esempio di San Giuseppe il quale, dopo aver insegnato a Gesù il mestiere del falegname a sua volta ne è diventato discepolo – possa contribuire al sogno di un mondo diverso, un mondo a misura d’uomo e non a misura di denaro”.

Fondamentale, ricorda monsignor Tisi costruire un’economia attorno all’uomo, ai suoi desideri, ai suoi sogni, in una parola; un’economia capace di scommettere sulla risorsa umana come vero motore dell’azione economica. Un vantaggio per tutti sarebbe, ricorda il Vescovo, porre fine alle diseguaglianze sociali all’origine di tante tensioni e conflitti, sviluppando un mondo del lavoro creativo, innovativo e dal benessere diffuso.

Quanto al tema cruciale dell’attenzione all’ambiente, secondo l’Arcivescovo “per invertire la rotta e prenderci cura del Creato, c’è bisogno di coraggio, decisioni forti che non possono non andare anche a rivedere i nostri sistemi lavorativi che molto spesso non tengono assolutamente conto della questione ambientale”.

(Ufficio Diocesi Tn)