Ricevendo nello scorso maggio i partecipanti alla sessione plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, papa Francesco aveva auspicato che la celebrazione del prossimo anniversario del Concilio di Nicea, nel 2025, “abbia una rilevante dimensione ecumenica… Nonostante le travagliate vicende della sua preparazione e soprattutto del successivo lungo periodo di recezione, il primo Concilio ecumenico è stato un evento di riconciliazione per la Chiesa, che in modo sinodale riaffermò la sua unità intorno alla professione della propria fede”.
In vista di questo importante anniversario la Facoltà teologica del Triveneto nello scorso ottobre aveva organizzato il convegno ‘Nicea andata e ritorno. Traiettorie di un Concilio’ (le relazioni saranno pubblicate sul numero 2 di ‘Studia Patavina’ del 2024), dibattendo alcune tematiche relative alla comunicazione e ricezione del simbolo niceno, con una particolare attenzione agli autori e ai territori di area aquileiese.
I lavori sono stati introdotti dalla prof.ssa Emanuela Prinzivalli (Università La Sapienza, Pontificio Istituto Patristico Augustinanum – Roma), che ha proposto un approfondimento storico-teologico delle questioni: “Potremmo quindi dire che è un lascito paradossale quello di Nicea: ci dice che, a volte, dalle situazioni paradossali nascono sulla lunga distanza anche cose buone. Non scordiamo inoltre che il concilio è stato voluto da un imperatore, Costantino, quindi apre e interpella sul fronte dei rapporti fra la chiesa e il potere politico”.
A suor Chiara Curzel, docente di Patrologia e Patristica all’Istituto superiore di Scienze religiose ‘Romano Guardini’ di Trento e coordinatrice dell’area patristica dei docenti della Facoltà teologica del Triveneto, abbiamo chiesto di spiegare l’importanza del primo Concilio di Nicea per la cristianità: “Innanzitutto è l’evento in sé da considerarsi importante, dato che siamo a pochi anni dalla fine della grande persecuzione e ci troviamo all’inizio di un nuovo periodo storico, quello che inaugura il tempo della cristianità, almeno nell’impero greco romano, pure se i cristiani sono anche al di fuori dei suoi confini”.
E quale importanza aveva la Chiesa di Aquileia nei primi secoli del cristianesimo?