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15 Gen 2024

Lungo appello per la pace al termine dell’Angelus

Nel giorno in cui la liturgia ci ricorda dei primi chiamati, Papa Francesco si chiede se sappiamo ancora fare memoria del primo incontro con il Signore e se siamo ancora discepoli innamorati. E, dopo l’Angelus, tiene un lungo appello per la pace, sottolineando come “la guerra è un crimine contro l’umanità” chiedendo di pregare “che quanti hanno potere su questi conflitti riflettano che guerra non è la via per risolverli, perché semina morte tra i civili e distrugge città e infrastrutture”.

Dunque la fede in Gesù Cristo è per prima cosa un incontro, non è una teoria per questo i primi discepoli, che già seguivano Giovanni Battista, andarono prima di tutto a trovare Gesù a casa.

Da quell’incontro “nasce il dinamismo dell’evangelizzazione” e il profondo desiderio di ogni creatura di amare ed essere amato nell’accoglienza.

Come di consueto, Papa Francesco usa tre verbi chiave per commentare il brano del Vangelo: cercare, dimorare, annunciare. Cercare, perché i due discepoli “cominciarono a seguire Gesù” il Papa nota che “il Signore non vuole fare proseliti, non vuole ‘followers’ superficiali, ma persone che si interrogano e si lasciano interpellare dalla sua Parola. Pertanto, per essere discepoli di Gesù bisogna prima di tutto cercarlo, avere un cuore aperto, in ricerca, non sazio o appagato”.

La risposta alla ricerca dei primi discepoli è racchiusa nel secondo verbo dimorare. I primi chiamati, infatti, “non cercavano notizie o informazioni su Dio, oppure segni o miracoli, ma desideravano incontrare il Messia, il Consacrato di Dio, stare con Lui, ascoltarlo”. Chiedono piuttosto dove vive Gesù, perché vogliono “stare con lui, rimanere con Lui”.

Ed è qui che è racchiusa la chiave, “la cosa più importante per il discepolo del Signore” perché essere suoi discepoli significa che ” lo frequentiamo, ascoltiamo la sua Parola, dialoghiamo con Lui nella preghiera, lo adoriamo, lo amiamo e lo serviamo nei fratelli”.

Il terzo verbo infine è “annunciare”. Perché “quel primo incontro con Gesù fu un’esperienza talmente forte, che i due discepoli ne ricordarono per sempre l’ora” e “i loro cuori erano così pieni di gioia che sentirono subito il bisogno di comunicare il dono ricevuto”. Subito Andrea lo condivide con suo fratello Simone, che Gesù chiamerà Pietro.

Il dinamismo dell’evangelizzazione porta a desiderio di essere condivisa, in un moto verso l’esterno “la gioia del Vangelo” – commenta Papa Francesco – è sempre estroversa, contagiosa, mai intimistica”

Al termine dell’Angelus, Papa Francesco prima di tutto prega per le “molte vittime” della frana avvenuta in Colombia. E ha poi fatto un lungo appello per la pace, sottolineando con forza come oggi la guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità. Non dimentichiamo questo”.

Conclude Papa Francesco che “i popoli hanno bisogno di pace”, ricorda che padre Ibrahim Faltas, il parroco di Gaza, ha parlato di educazione alla pace, e sottolinea che “dobbiamo educare per la pace. Si vede che non siamo ancora nell’educazione tale che fermi ogni guerra.”

(ACI Stampa)