Ai partecipanti a LaborDì durante la giornata di formazione e informazione promossa a Roma dalle Acli il Papa riflette sulle derive del mondo del lavoro, “mercificato” e servo del profitto a tutti i costi. La speranza però c’è sempre e dice il Papa “non è ottimismo che dipende dalle circostanze, ma fiducia che si ingenera attraverso la costruzione impegnata e partecipe del bene comune. Il lavoro, dunque, è protagonista di speranza, è la via maestra per sentirsi attivi nel bene in quanto servitori della comunità, perché occuparsi degli altri è il miglior modo per non preoccuparsi di cose inutili”.
Il lavoro è la via maestra per la costruzione impegnata e partecipe del bene comune, è il protagonista della speranza, per servire la comunità “perché occuparsi degli altri è il miglior modo per non preoccuparsi di cose inutili”.
Le Acli di Roma con il patrocinio della Diocesi di Roma promuovono “LaborDì: un cantiere per generare lavoro”.
La speranza per i giovani viene anche dalla lotta alla mafia coma ha ricordato Francesco nel messaggio rivolto ai partecipanti al convegno organizzato alla Lumsa per ricordare i trent’anni dalla morte e i dieci dalla beatificazione di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia a Palermo nel 1993. La sua testimonianza, ha ricordato, “ha fruttificato e ci ha donato molte opere di bene e di pace”.
La testimonianza, il martirio e il sangue versato da don Puglisi, conclude il Papa, “sono diventati davvero un seme che in questi trent’anni dalla sua morte ha fruttificato e ci ha donato molte opere di bene e di pace”. Quella pace, aggiunge “che manca a tanti nostri fratelli e sorelle che portiamo nel cuore, come le popolazioni dell’Ucraina, di Israele e di Palestina”, per cui il Pontefice invita a non stancarsi mai di pregare.
(ACI Stampa)