Il tema del diritto all’aborto nella Costituzione in Francia è solo l’ultimo segnale della cultura della morte che imperversa in Europa. Non a caso, è stato citato dall’arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, presidente del CCEE, nella prolusione dell’ultima plenaria, che si è tenuta a Malta dal 27 al 30 novembre. Ma ci sono anche molte altre sfide che le Chiese che sono in Europa devono affrontare dal punto di vista legale: dalle migrazioni forzate create dalla guerra in Ucraina e anche dal nuovo conflitto in Terrasanta, alle questioni della maternità surrogata e della sperimentazione sulla crescita, fino alla protezione dei dati personali della Chiesa cattolica nei dati di abuso.
Di tutto questo hanno parlato i consulenti giuridici delle Conferenze Episcopali di Europa, che si sono riuniti a Malta il 30 novembre e 1 dicembre, con due obiettivi: definire lo stato dell’arte della riforma della loro conferenza episcopale in relazione alla Praedicate Evangelium (ma per questa riorganizzazione ci vorrà ancora tempo) e poi definire quali sono le più grandi sfide nazionali sui temi giuridici.
Ne sono venute fuori due sessioni di discussione particolarmente ricche, che hanno portato anche ad affrontare i temi della libertà religiosa nel post-Covid, perché una delle grandi preoccupazioni è sempre stata come le restrizioni hanno impattato la libertà di culto delle Chiese.
Le due sessioni principali hanno riguardato in particolare l’impatto della riforma della Curia e quello del processo per i delitti riservati sull’organizzazione delle Chiese particolari.
La Prima Sessione è stata aperta da una relazione sui “Principi e criteri per il servizio della Curia Romana” del professor Pablo Gefaell, docente di Diritto Canonico Orientale presso la Pontificia Università della Santa Croce, mentre il vescovo Francisco César García Magán, segretario generale della Conferenza Episcopale Spagnola, ha presentato il processo di riforma della Conferenza episcopale portato avanti dai vescovi spagnoli.
De “I processi per i delitti riservati: stato attuale e prospettive” ha parlato l’arcivescovo di Malta, Charles J. Scicluna, che è anche segretario aggiunto del Dicastero per la Dottrina della Fede.
I rapporti nazionali hanno mostrato alcune situazioni particolari, che riguardano sia lo status giuridico delle Chiese in alcuni territori che alcune sfide comuni.