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10 Dic 2023

Grazie alla solidarietà della Val di Non rinascerà il presepe meccanico di Faenza

Il presepe meccanico di Faenza è simbolo di una tradizione particolarmente sentita dalla comunità faentina e profondamente radicata nel territorio. Migliaia sono i visitatori che ogni anno si recano ad ammirare questa attrazione. Purtroppo questa terra è stata quella tra le più flagellate dall’alluvione di maggio in Emilia-Romagna. Numerosi i danni anche al presepe e ai locali adiacenti.

Ed è proprio di fronte alla tristezza di una perdita così profonda,, che la comunità della Val di Non si è sentita in dovere di portare i semi di solidarietà: grazie alle donazioni della popolazione trentina e alla partecipazione di Melinda, Cassa Rurale Val di Non-Rotaliana e Giovo è stato possibile consegnare un assegno per il restauro del presepe meccanico all’interno del convento di San Francesco. Per entrambe le comunità è stata una festa dell’Immacolata davvero speciale dove il dare una mano ha prodotto effetti davvero potenti e straordinari.

La cerimonia di consegna è stata il momento emotivamente più significativo di una giornata cominciata con la messa celebrata dal vescovo di Faenza, monsignor Mario Toso, che ha rivolto un caloroso saluto alla delegazione trentina, e proseguita con un pranzo all’insegna della fratellanza, sincera e spontanea, tra le due popolazioni.

I volontari sono al lavoro giorno e notte per renderlo nuovamente fruibile prima di Natale. I danni provocati dall’alluvione, infatti, sono stati particolarmente ingenti e, oltre al presepe, hanno interessato i locali che lo ospitano.

Questa donazione è solo l’ultima di una serie di azioni messe in atto dalla comunità della Val di Non a sostegno di quella romagnola: già nelle ore immediatamente successive agli eventi di maggio, gli agricoltori del Consorzio Melinda raggiunsero Faenza per soccorrere i lavoratori dell’azienda agricola Zama, attiva nella produzione di miele artigianale, che ogni anno durante la fioritura dei meleti fornisce agli agricoltori trentini 220 alveari disposti strategicamente nei campi creando così uno stretto legame tra piante e api.

(La Voce del Trentino)

Crediti fotografici: Comunità dei Frati Francescani Minori conventuali