Tre sacerdoti, attraverso i social network, hanno spiegato il significato della Corona dell’Avvento e come questo simbolo ci aiuti a vivere bene questo tempo liturgico
Domenica 3 dicembre inizia l’avvento e in quel giorno molte famiglie e parrocchie inizieranno a deporre le loro corone: un cerchio fatto di rami verdi che di solito sono accompagnati da ornamenti o nastri rossi, oltre alle immancabili quattro candele che vengono accese una ad una ogni domenica.
Gli elementi che compongono la Corona dell’Avvento hanno diversi significati.
La forma circolare per rappresentare “l’amore di Dio che è eterno, senza inizio e senza fine”. Il cerchio ci mostra che il nostro amore per Dio e per il prossimo non deve mai finire.
I rami verdi della chioma nascono dal pino, il che significa immortalità, perché mentre tutti gli alberi perdono il loro colore e il loro fogliame durante l’inverno, il pino mantiene sempre i suoi rami verdi. Il verde è anche un colore di “speranza e vita”.
Le candele “rappresentano che Cristo è la luce del mondo”, che “ci aiuta accompagnandoci in mezzo al dolore e alla tristezza”, eliminando il freddo causato dal peccato. Questa luce mostra che l’unico che può darci la vita e la felicità è Gesù.
Non esiste un colore specifico per le candele, ma “è consuetudine usare il viola, un colore che la Chiesa usa in Avvento e Quaresima come segno di conversione, pentimento e penitenza”.
Inoltre, “il colore viola può essere degradato o passare al rosso, al rosa e al bianco, a significare la graduale trasformazione interiore”, ha detto p. Aguilar, che ha consigliato di accendere le candele in famiglia, insieme alla lettura o alla preghiera, “quindi la corona dell’Avvento è un segno che ci aiuta a ricordare che il Natale è più di semplici decorazioni, regali o una festa sociale”.
Ornamenti e frutta rappresentano “la dimostrazione dell’amore del Signore sulla Croce. È la gioia che ci porta il Salvatore”, ma possono anche essere un riflesso delle “buone opere” che l’uomo fa.
Infine, i tre sacerdoti hanno convenuto che questa preparazione non è solo per ricevere il Bambino Gesù, ma per il nostro incontro con Cristo, “sia nella nostra morte che nel giorno del giudizio”.
(ACI Stampa)