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04 Dic 2023

Dalla Campana di Rovereto a Betlemme: un ponte per costruire la pace

Sabato 2 dicembre alla Campana dei Caduti di Rovereto si è tenuto l’evento “Note di Pace” con protagonisti il Minicoro di Rovereto, il Coro Sant’Ilario e – in collegamento – il coro dei bambini di Betlemme accompagnato da padre Ibrahim Faltas. Dopo la loro esibizione, il custode di Terra Santa Fra Patton si è collegato dalla basilica della Natività di Betlemme dove, in occasione dell’inizio dell’Avvento, il religioso di origini trentine aveva appena guidato la processione a piedi da Gerusalemme, attraversando il muro che divide le due città: “Continuate a pregare per la pace, continuate a tenere il cuore sempre libero dall’odio, ad essere persone di riconciliazione. Fate tutto il possibile, a partire dalle vostre famiglie e dalle vostre comunità, per essere costruttori di pace. Buon cammino di Avvento verso il Natale!”.

Così spiega il significato di questa processione “Tanta, troppa gente sta soffrendo a causa della guerra. Questo è un modo per tenere unite queste due città, Betlemme e Gerusalemme. Abbiamo dato vita a un corteo sobrio: in tempo di guerra è giusto riscoprire il valore della sobrietà e celebrare in maniera più interiore“. “Qui – ha detto poi Patton – arrivavano prima della guerra tanti pellegrini, mentre ora la gente non ha più lavoro e non può fare festa, fatica anche solo a prendersi cura dei propri cari. A Betlemme salutiamo la nascita di Gesù, principe della Pace che viene da Dio, perché Dio ci ama. Ma per ottenere la pace serve anche la buona volontà da parte egli uomini, il desiderio di attraversare i muri e costruire ponti, coltivare il dialogo anche quando il dialogo sembra impossibile, percepire la sofferenza propria ma anche la sofferenza dell’altro. 

Nel corso dell’evento è stato letto anche un messaggio indirizzato ai promotori da papa Francesco lieto di un incontro che unisce canto e preghiera per un fine che ci vede insieme come fratelli che abitano la nostra casa comune, ma soprattutto per i cristiani. Come ricorda spesso il Pontefice “nessuno può salvarsi da solo”ed è proprio per questo che questo tempo ci deve ricordare “la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo. È urgente dunque ricercare e promuovere insieme i valori universali che tracciano il cammino di questa fratellanza umana. Vi chiedo di mettere i vostri talenti, la vostra gioia e la vostra speranza al servizio della pace. La guerra è sempre una sconfitta. Possiamo vincere se la pace è per tutti una priorità”.

(Ufficio Stampa Diocesi TN)