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02 Dic 2023

COP28, Papa Francesco: “Usciamo dalla notte delle guerre e delle devastazioni climatiche”

Per Papa Francesco, “la devastazione del creato è una offesa a Dio”. E per questo, in una ora definita “urgente” si appella a tutti i grandi della terra riuniti a Dubai per il COP28, la 28esima conferenza delle parti sul cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni Unite. Dopo aver scritto l’enciclica Laudato Si alla vigilia della COP21 di Parigi, e l’esortazione Laudate Deum alla vigilia di questo appuntamento, Papa Francesco decide di spendersi in prima persona.

Il discorso non è pronunciato dal Papa, come avrebbe voluto, ma dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che è andato a rappresentarlo. Il Papa ha dovuto rinunciare al viaggio per via di una bronchite – ha ammesso lui stesso – in via di guarigione, ma che ancora rende rischiosi i robusti sbalzi di temperatura cui sarebbe stato sottoposto negli Emirati.

Il Papa lo scrive: “Non posso essere insieme a voi, come avrei desiderato, ma sono con voi perché l’ora è urgente”. Sottolinea che “la devastazione del creato è un’offesa a Dio, un peccato non solo personale ma strutturale che si riversa sull’essere umano, soprattutto sui più deboli, un grave pericolo che incombe su ciascuno e che rischia di scatenare un conflitto tra le generazioni”.

Addirittura, Papa Francesco chiede se “lavoriamo per una cultura della vita o della morte”, utilizzando le argomentazioni in genere applicate sulle questioni della legislazione della vita come aborto e eutanasia ad un tema più ampio e omnicomprensivo. In sostanza, cultura della vita è, per Papa Francesco, la cultura che sceglie di prendersi cura della casa comune.

“Ascoltiamo – esorta il Papa – il gemere della terra, prestiamo ascolto al grido dei poveri, tendiamo l’orecchio alle speranze dei giovani e ai sogni dei bambini! Abbiamo una grande responsabilità: garantire che il loro futuro non sia negato”.

Per Papa Francesco, è “acclarato che i cambiamenti climatici in atto derivano dal surriscaldamento del pianeta, causato principalmente dall’aumento dei gas serra nell’atmosfera, provocato a sua volta dall’attività umana, che negli ultimi decenni è diventata insostenibile per l’ecosistema”. Per questo punta il dito contro “l’ambizione di produrre e possedere” che “si è trasformata in ossessione ed è sfociata in una avidità senza limiti”. L’ambiente è sfruttato, mentre “il clima impazzito suona come un avvertimento a fermare tale delirio di onnipotenza”.

Secondo Papa Francesco, sono le divisioni ad ostacolare il percorso verso la cura della casa comune, ma il fatto che è “un mondo tutto connesso, come quello odierno, non può essere scollegato in chi lo governa”, che mostra “posizioni rigide se non inflessibili, che tendono a tutelare i ricavi propri e delle proprie aziende, talvolta giustificandosi in base a quanto fatto da altri in passato, con periodici rimpalli di responsabilità”.

In particolare, Papa Francesco punta il dito contro “i tentativi di scaricare le responsabilità sui tanti poveri e sul numero delle nascite. Sono tabù da sfatare con fermezza”.

“Non è colpa dei poveri – dice il Papa – perché la quasi metà del mondo, più indigente, è responsabile di appena il 10% delle emissioni inquinanti, mentre il divario tra i pochi agiati e i molti disagiati non è mai stato così abissale”. Anzi, i poveri (popolazioni indigene, persone affamate che vivono in insicurezza idrica e alimentare, i flussi migratori indotti) sono “le vittime”.

Non è nemmeno un problema di nascite, dice il Papa, perché queste “sono una risorsa: non sono contro la vita, ma per la vita, mentre certi modelli ideologici e utilitaristi che vengono imposti con guanti di velluto a famiglie e popolazioni rappresentano vere e proprie colonizzazioni”.

Papa Francesco chiede che “non venga penalizzato lo sviluppo di tanti Paesi, già gravati di onerosi debiti economici”, parla della necessità di “individuare modalità adeguate per rimettere i debiti finanziari che pesano su diversi popoli anche alla luce del debito ecologico nei loro riguardi”.

(ACI Stampa)