Il 29 settembre si è celebrata la giornata contro gli sprechi alimentari (29 settembre) e il 16 ottobre la giornata dell’alimentazione (16 ottobre) secondo quanto riporta l’Osservatorio internazionale Waste Watcher su cibo e sostenibilità, promosso dalla Campagna Spreco Zero di Last Minute Market, spin off dell’Università di Bologna, a seguito di un’indagine in otto Paesi del mondo su sprechi e comportamenti alimentari, sembra che rispetto all’anno scorso siano calati drasticamente gli sprechi, ma a questo non corrisponde una sana alimentazione.
Come sostiene il direttore scientifico dell’Osservatorio il prof. Andrea Segrè, ordinario di Economia circolare e politiche per lo sviluppo sostenibile all’Università di Bologna, già presidente delle Fondazione Mach stiamo vivendo una profonda crisi: lo scatto inflattivo ha fatto diminuire gli acquisti alimentari e di conseguenza ciò che si getta via. La crisi alimentare sta colpendo pesantemente molti milioni di persone, i poveri sono in aumento ed il divario rispetto ai ricchi aumenta. La conseguenza è che i poveri non solo mangiano male ma, paradossalmente, sprecano anche di più. I nostri dati sono chiari e smentiscono affermazioni contrarie. L’inflazione alimentare colpisce più duro le fasce più deboli portando ad un abbassamento della quantità e della qualità dei prodotti alimentari acquistati e un parallelo peggioramento della dieta alimentare, con effetti negativi sulla salute e i costi sanitari. Non è un caso che l’obesità aumenti proprio in queste fasce.
Molto convincente l’idea dello Sprecometro che ha grande successo anche fuori dai confini nazionali, ma questo strumento non è sufficiente.
Se ognuno di noi dimezzasse ciò che getta via ancora buono a livello domestico (in Italia vale oltre 7 miliardi di euro) oltre che un risparmio economico avremmo anche un beneficio dal punto di vista ambientale. Infatti nello Sprecometro la misurazione di ogni alimento sprecato viene calcolata in valore economico, in impronta idrica e carbonica. Se gettiamo via 10 grammi di formaggio, perché lo abbiamo lasciato ammuffire in frigo, sappiamo subito quanti euro, acqua e CO2 abbiamo buttato nella spazzatura.
Ognuno di noi può fare qualcosa per ridurre lo spreco alimentare e adottare una dieta sana e sostenibile, fa bene alla nostra salute e a una salute più grande: quella della Terra. Magiare bene in modo adeguato, sufficiente, nutriente, compatibile culturalmente è un diritto. Un diritto che deve partire dalle nostre Comunità, dai nostri Comuni, un bene comune davvero per tutti.
(Il nuovo Trentino)
(Il nuovo Trentino)
Crediti fotografici: Wikimedia – Scanfers