Tra la fine del 1531 e i primi mesi del 1532 Dosso Dossi con l’aiuto del fratello Battista è impegnato nella decorazione della biblioteca del principe vescovo Bernardo Cles nel Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio di Trento. Sulle pareti realizza degli affreschi, purtroppo in gran parte perduti, mentre per i cassettoni del soffitto dipinge una serie di diciotto dipinti su tavola di abete rosso raffiguranti saggi, filosofi e oratori dell’antichità.
Il filo conduttore della mostra, intitolata“I volti della sapienza. Dosso e Battista Dossi nella Biblioteca di Bernardo Cles”, sono proprio le tavole restaurate (soltanto dodici, però, visto che sei delle tavole sono andate perdute tra il 1813 e il 1896) e le immagini dei sapienti, filosofi e saggi, a partire dall’arte antica. L’inaugurazione si è tenuta il 30 giugno al Castello del Buonconsiglio e sarà visitabile fine al 22 ottobre 2023. Sarà una incredibile e straordinaria opportunità vederle per la prima volta da vicino grazie allo smontaggio e restauro e conoscere così le numerose vicissitudini che hanno interessato queste opere.
Il restauro, terminato a maggio, ha portato all’antico splendore questo magnifico ciclo pittorico condotto dalla ditta di restauro Enrica Vinante. La mostra, curata da Vincenzo Farinella e Laura Dal Prà, vedrà esposte un centinaio di opere tra sculture, stampe, volumi e dipinti come il celebre quadro raffigurante Eraclito e Democrito di Donato Bramante proveniente dalla Pinacoteca di Brera, i busti in marmo di Omero e Cicerone concessi in prestito dai Musei Capitolini di Roma e dagli Uffizi, le due magnifiche tele del Dosso provenienti dal museo canadese Agnes Etherington Art Centre e dal museo americano Chrysler e ancora opere del Moretto, Salvator Rosa, Andrea Pozzo, Mattia Preti, Luca Giordano, Vincenzo Grandi, Albrecht Duerer e Josè de Ribera.
Infine, anche in collegamento ideale con l’identità dei Sapienti dosseschi, il percorso si svilupperà a partire da una preziosa serie di busti raffiguranti filosofi e scienziati del mondo antico per poi comprendere capolavori del tardo Cinquecento e del Seicento quando le immagini dei più illustri sapienti organizzate in veri e propri cicli conosceranno un grande successo. Fama che darà vita ad un vero e proprio fortunatissimo genere iconografico, arricchendo raccolte e collezioni private e assecondando la cultura erudita dei committenti del tempo.
(Ufficio Stampa Pat)