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07 Apr 2023

Giovedì Santo: in cattedrale la lavanda dei piedi a giovani e donne

Ha espresso vicinanza ai drammi di Caldes e Vignole di Arco il vescovo Lauro, aprendo ieri sera in cattedrale la Messa in memoria dell’Ultima Cena di Gesù, inizio del Triduo Pasquale. “Questa sera vorrei portare al Signore i due drammi che hanno colpito oggi il nostro Trentino. Il giovane morto a Caldes: esprimiamo alla famiglia e a tutta la comunità la nostra vicinanza orante; e il dramma di Vignole di Arco: preghiamo per queste donne che stanno lottando tra la vita e la morte perché il Signore riconciliatore doni pace, salvezza e faccia fiorire la vita”.

Nella liturgia che ricorda l’istituzione del sacramento eucaristico don Lauro ha ricolto un appello a tutte le comunità della Diocesi perché siano “comunità appassionate dell’Eucarestia e la domenica diventi di nuovo il giorno a cui non possiamo mancare e, come per i cristiani di Abitina, possa essere quell’irrinunciabile esperienza a cui per niente al mondo si dice di no”.

“L’intera vita di Gesù è una manifestazione e rivelazione della passione di Dio per l’uomo. Mostra come Dio è amore gratuito senza se e senza ma. Con quest’ottica dobbiamo leggere anche la lavanda dei piedi”, esordisce don Lauro nell’omelia, passando in rassegna i gesti di Gesù: “Il ‘deporre le vesti’ evoca il dono della propria vita fatto in assoluta libertà; il ‘riprendere le vesti’ rimanda alla fonte del dono: il Padre. Tutto l’umano è giunto nella terra di Dio che lo guarda con estasi e commozione. In quell’umano c’è il volto di ognuno di noi, portato al Padre, e guardato con tenerezza infinita. Il ‘cingersi il grembiule’ e il ‘lavare i piedi’ sono i gesti dello schiavo.  Gesù affida ad essi il compito di rivelare la sua identità.  Egli è Colui che serve. Meraviglia delle meraviglie: in Lui è il Padre a dirsi servo dell’uomo, a inginocchiarsi ai suoi piedi, a chinarsi davanti a Lui, a mettersi a servizio del suo bisogno e della sua gioia. Dio si inginocchia ai miei piedi per dirmi: coraggio, la mia gioia è che tu sia”.  Dio, a differenza di quanto avviene anche durante il rito della lavanda speiga don laurio, Fio non ha alcun impabaraao ai noistri piedi

L’altro gesto incredibile il boccone dato a Giuda, il “boccone dell’amicizia” perché “neanche il tradimento ferma Dio”. A chi gli offre il boccone amaro della morte, egli risponde con il boccone dolce della vita. Gesù si dona come pane di vita a chi gli toglie la vita”. Infine Pietro, con la sua resistenza ad essere lavato: “Siamo tutti resistenti, ma lasciamoceli lavare e così scopriamo così che la gloria e la forza è solo di chi, come Gesù, nella libertà mette a disposizione degli altri la propria vita”.

Al termine dell’omelia l’Arcivescovo ha rinnovato il gesto della lavanda dei piedi a un gruppo di giovani, di donne e una religiosa, quest’ultima simbolo di chi si occupa delle situazioni di fragilità, ad indicare i tre ambiti (giovani, donne e fragilità) su cui la Diocesi è impegnata a riflettere nel secondo anno del Cammino sinodale.

Nel pomeriggio di oggi, Venerdì Santo, secondo giorno del Triduo Pasquale, l’Arcivescovo guida in cattedrale l’Azione liturgia della Passione e Morte di Gesù (Diretta TV su Telepace Trento e in streaming sul sito della diocesi).

(Servizio Comunicazione Arcidiocesi di Trento)