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11 Nov 2022

Giornalisti: grido d’allarme, compensi bassi e precariato

È un grido d’allarme per la professione quello che emerge dall’indagine promossa dall’Ordine dei giornalisti del Trentino-Alto Adige/Südtirol in occasione dei 50 anni dall’istituzione dell’Ordine regionale. “La nostra professione è sempre più mortificata da condizioni di lavoro stressanti e precariato. Ma una società si misura anche sullo spazio e la protezione della pluralità delle voci dell’informazione”, commenta la presidente regionale Elisabeth Anna Mair. Il questionario è stato somministrato a 695 professionisti e 1020 pubblicisti. Il 42% di chi ha risposto ha un contratto a tempo indeterminato, mentre solo il 4% a tempo determinato. Ampia la platea dei freelance: sono il 54% di cui il 35% con partita iva e il 19% con rapporti di prestazione occasionale. Molti intervistati, in generale, concordano sul fatto che la professione stia perdendo consenso sociale e che l’informazione stia vivendo una stagione difficile in cui la fretta, la concorrenza dei social e la fatica ad adeguarsi al cambiamento abbia portato a uno svilimento della professione. Forte il segnale arrivato nei commenti da chi è precario per le retribuzioni sempre più basse e l’impossibilità di costruirsi un futuro economico stabile attraverso la professione. Tra i problemi segnalati il crollo dei compensi legato alla crisi, il crescente abusivismo nella professione, la tendenza nelle redazioni a ricorrere a giornalisti in pensione a scapito di investimenti nei giovani. A peggiorare è anche il clima in redazione con disparità di trattamento, tensioni tra chi è contrattualizzato e chi non lo è, forte competitività, carichi di lavoro e stress in aumento. Tra gli elementi emersi anche la persistenza di un divario di genere nella remunerazione, nella distribuzione degli incarichi o nelle opportunità di carriera. Il problema esiste secondo per il 69% di chi ha risposto (e per il 36% sempre o spesso). Una parte dell’indagine è stata dedicata all’analisi delle discriminazioni in redazione. Secondo il 14% di chi ha risposto (96 persone) le discriminazioni esistono e riguardano soprattutto idee politiche, genere, età e condizione professionale. Il 9% di chi ha risposto (67 persone) si dichiara vittima di mobbing in redazione.

(ANSA).