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05 Nov 2022

Bahrein. Il Papa ai giovani: “Siate seminatori di fraternità e raccoglierete futuro”

Papa Francesco si trasferisce presso la Scuola del Sacro Cuore per l’incontro con i giovani. Un incontro emozionante caratterizzato da testimonianze, balli, canti e dal discorso del Pontefice ricco di spunti e riflessioni.

La Scuola del Sacro Cuore, scuola cattolica secondaria, che prepara i ragazzi agli studi accademici, fu fondata accanto alla chiesa del Sacro Cuore, a Manama, negli anni ‘40. Il Vicario Apostolico, nel 1953, l’affidò alle cure delle Suore Missionarie Comboniane, che si impegnarono ad offrire “un’educazione multiculturale mirata all’eccellenza accademica e ad un comportamento fondato sui valori dell’onestà e della giustizia”.

Poi, Monsignor Bernard G. Gremoli, Vicario Apostolico d’Arabia, nel 2003, affidò l’istituto scolastico alle cure delle Suore del Carmelo Apostolico, che oggi insieme alla chiesa parrocchiale costituiscono la “Famiglia del Sacro Cuore”.

Il Papa viene accolto all’ingresso della Scuola dalla direttrice, da due docenti e da alcuni studenti che gli offrono dei fiori. Si reca quindi nella palestra della scuola dove ha luogo l’incontro con i giovani, sono circa 800. Qui ascolta varie testimonianze, uno studente musulmano e una studentessa cattolica raccontano la loro esperienza.

Prima di recarsi all’Incontro con i giovani questo pomeriggio, nella residenza in cui è ospitato Papa Francesco ha ricevuto la visita di Sua Maestà Hamad bin Isa Al Khalifa, Re del Bahrein, e ha avuto modo di ringraziare Sua Maestà per la calorosa accoglienza riservatagli dal Paese.

“Sono contento di aver visto nel Regno del Bahrein un luogo di incontro e di dialogo tra culture e credo diversi. E ora, guardando a voi, che non siete della stessa religione e non avete paura di stare insieme, penso che senza di voi questa convivenza delle differenze non sarebbe possibile. E non avrebbe futuro!”, dice subito il Papa.

“Nella pasta del mondo, siete voi il lievito buono destinato a crescere – continua il Pontefice parlando ai giovani del Bahrein – a superare tante barriere sociali e culturali e a promuovere germogli di fraternità e di novità. Siete voi giovani che, come inquieti viaggiatori aperti all’inedito, non temete di confrontarvi, di dialogare, di fare rumore e di mescolarvi con gli altri, diventando la base di una società amica e solidale”.

Papa Francesco rivolge poi ai presenti tre piccoli inviti.

Il primo invito: “abbracciare la cultura della cura”. “Prendersi cura significa sviluppare un atteggiamento interiore di empatia, uno sguardo attento che ci porta fuori da noi stessi, una presenza gentile che vince l’indifferenza e ci spinge a interessarci degli altri. Questa è la svolta, l’inizio della novità, l’antidoto contro un mondo chiuso che, impregnato di individualismo, divora i suoi figli; contro un mondo imprigionato dalla tristezza, che genera indifferenza e solitudine. Quanto male lo spirito di tristezza”, dice il Papa.

Il Pontefice poi si riferisce a Gesù. “Ha curato le relazioni con tutti coloro che incontrava nell case, nelle città e lungo il cammino: ha guardato negli occhi le persone, ha prestato orecchio alle loro richieste di aiuto, si è fatto vicino e ha toccato con mano le loro ferite. Voi guardate le persone negli occhi?”, aggiunge Papa Francesco.

“Quanto è bello diventare cultori della cura, artisti delle relazioni! Ma ciò richiede, come tutto nella vita, un allenamento costante – commenta il Papa – Amici, per favore, non dimenticatevi mai una cosa: siete tutti – nessuno escluso – un tesoro, un tesoro unico e prezioso. Dunque, non tenete la vita in cassaforte, pensando che sia meglio risparmiarsi e che il momento di spenderla non sia ancora venuto!”.

Poi, il secondo invito: seminare fraternità. “Questa è la sfida di oggi per vincere domani, la sfida delle nostre società, sempre più globalizzate e multiculturali. Vedete, tutti gli strumenti e la tecnologia che la modernità ci offre non bastano a rendere il mondo pacifico e fraterno. I venti di guerra, infatti, non si placano con il progresso tecnico. A voi giovani, che siete più diretti e più capaci nel generare contatti e amicizie, superando i pregiudizi e gli steccati ideologici, vorrei dire: siate seminatori di fraternità e sarete raccoglitori di futuro, perché il mondo avrà futuro solo nella fraternità!”, ne è convinto il Pontefice.

L’ultimo invito riguarda la sfida di fare delle scelte nella vita. “Lo sapete bene, dall’esperienza di ogni giorno: non esiste una vita senza sfide da affrontare. E sempre, di fronte a una sfida, come davanti a un bivio, bisogna scegliere, mettersi in gioco, rischiare, decidere. Ma questo richiede una buona strategia: non si può improvvisare, vivendo solo di istinto o solo all’istante! E come si fa a prepararsi, ad allenare la capacità di scegliere, la creatività, il coraggio, la tenacia? Ebbene, il mio consiglio è: andare avanti senza paura, e mai da soli! Dio non vi lascia soli ma, per darvi una mano, attende che gliela chiediate. Egli ci accompagna e ci guida. Non con prodigi e miracoli, ma parlando delicatamente attraverso i nostri pensieri e i nostri sentimenti. Bisogna allora imparare a distinguerne la sua voce. Come? Attraverso la preghiera silenziosa, il dialogo intimo con Lui, custodendo nel cuore quello che ci fa bene e ci dà pace. Il Signore desidera rischiarare la vostra intelligenza, i vostri pensieri più intimi, le aspirazioni che portate nel cuore, i giudizi che maturano dentro di voi. Vuole aiutarvi a distinguere ciò che è essenziale da ciò che è superfluo”, continua il Papa parlando del terzo punto per incoraggiare tutti i giovani.

“Amici, l’avventura delle scelte non va portata avanti da soli. Permettetemi perciò di dirvi un’ultima cosa: cercate sempre, prima dei suggerimenti in internet, dei buoni consiglieri nella vita, persone sagge e affidabili che possano orientarvi, aiutarvi. Penso ai genitori e agli insegnanti, ma anche agli anziani, ai nonni, e a un bravo accompagnatore spirituale. Ognuno di noi ha bisogno di essere accompagnato nella strada della vita!Mai soli, abbiamo bisogno di essere accompagnati”, conclude Papa Francesco.

Il Papa, dopo la lettura dei messaggi per la pace, la recita del Padre Nostro, la benedizione e il canto finale,  firma il Libro d’Onore  e poi fa rientro alla Residenza papale. Domani lo aspetta l’ultima giornata nel Regno del Bahrein.

(ACI Stampa)