La Santa Sede mette ordine nella DAD e coglie l’occasione nelle università ecclesiastiche di aprire le porte dell’insegnamento.
Tutto è scritto nel testo della I”Istruzione per l’applicazione della modalità dell’insegnamento a distanza nelle Università/Facoltà ecclesiastiche” reso pubblico oggi e firmato dal cardinale Giuseppe Versaldi Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica e dal segretario Angelo Vincenzo Zani il 13 maggio scorso.
Il testo si presenta come una applicazione della Veritatis gaudium ma ovviamente trae spunto dalla situazione che si è creata nella pandemia.
In sintesi i gradi accademici canonici si conseguiranno con la presenza e con rapporto diretto tra professori e studenti, tra studenti e con l’utilizzo di biblioteche e solo con una piccola parte di possibile insegnamento on line.
Ma la raccomandazione della istruzione è un’altra: “le Facoltà ecclesiastiche potrebbero ampliare la formazione accademica per raggiungere coloro che, in un modo o nell’altro, sono inseriti nell’attività di evangelizzazione”. Si tratta degli “agenti pastorali” gente che lavora sul campo per così dire;i membri di vita contemplativa, evidente il motivo; Le periferie umane, persone che per diversi motivi non possono seguire i corsi accademici ma hanno così la possibilità di avere una migliore attenzione ed evangelizzazione.
La istruzione indica concretamente le modalità con le quali l’insegnamento a distanza e le tecnologie informatiche devono essere inserite nei diversi insegnamenti, e soprattutto nei gradi accademici, comprese le caratteristiche delle piattaforme telematiche e il sostegno economico per chi accede all’insegnamento a distanza.
Ovviamente rimane chiaro che in caso di reale necessità (per es. calamità naturali, sanitarie, ecc.) tutto può cambiare.
Resta chiaro quindi che la DAD non è il metodo ordinario di studio soprattuto per i gradi canonici, ma è un utilissimo mezzo di evangelizzazione e formazione da sfruttare al meglio.
(ACI Stampa)