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18 Lug 2021

Papa Francesco: il primo Angelus dopo il ricovero al Gemelli

Papa Francesco torna ad affacciarsi e a benedire i fedeli dalla finestra del Palazzo Apostolico in Vaticano. E’ il primo Angelus a San Pietro dopo il ricovero all’Ospedale Gemelli.

Prima della preghiera dell’Angelus il Papa commenta il Vangelo odierno che “ci aiuta a cogliere due aspetti importanti della vita”. Il primo è il riposo.

Agli Apostoli, che tornano dalle fatiche della missione e con entusiasmo si mettono a raccontare tutto quello che hanno fatto, Gesù rivolge con tenerezza un invito: Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”.

“Così facendo, Gesù ci dà un insegnamento prezioso – commenta il Papa – Anche se gioisce nel vedere i suoi discepoli felici per i prodigi della predicazione, non si dilunga in complimenti e domande, ma si preoccupa della loro stanchezza fisica e interiore. Li vuole mettere in guardia da un pericolo, che è sempre in agguato anche per noi: lasciarsi prendere dalla frenesia del fare, cadere nella trappola dell’attivismo, dove la cosa più importante sono i risultati che otteniamo e il sentirci protagonisti assoluti. Quante volte accade anche nella Chiesa: siamo indaffarati, corriamo, pensiamo che tutto dipenda da noi e, alla fine, rischiamo di trascurare Gesù. Per questo Egli invita i suoi a riposare un po’ in disparte, con Lui”.

Per il Papa è importante non solo il riposo fisico, ma anche il riposo del cuore. Perché non basta “staccare la spina”, occorre riposare davvero. “E per farlo, bisogna ritornare al cuore delle cose: fermarsi, stare in silenzio, pregare, per non passare dalle corse del lavoro a quelle delle ferie”, raccomanda il Papa.

Il Papa invita: “Gesù non si sottraeva ai bisogni della folla, ma ogni giorno, prima di ogni cosa, si ritirava in preghiera, in silenzio, nell’intimità con il Padre. Il suo tenero invito – riposatevi un po’ – dovrebbe accompagnarci: guardiamoci dall’efficientismo, fermiamo la corsa frenetica che detta le nostre agende. Impariamo a sostare, a spegnere il telefonino per guardare negli occhi le persone, a coltivare il silenzio, a contemplare la natura, a rigenerarci nel dialogo con Dio”.

Il secondo aspetto sottolineato dal Papa è la compassione. “Commosso, Gesù si dedica alla gente e riprende a insegnare. Sembra una contraddizione, ma in realtà non lo è. Infatti, solo il cuore che non si fa rapire dalla fretta è capace di commuoversi, cioè di non lasciarsi prendere da sé stesso e dalle cose da fare e di accorgersi degli altri, delle loro ferite, dei loro bisogni”.

Per il Papa “se impariamo a riposare davvero, diventiamo capaci di compassione vera”.

“Abbiamo bisogno di una “ecologia del cuore”, che si compone di riposo, contemplazione e compassione. Approfittiamo del tempo estivo per questo!”, conclude il Papa.

Subito dopo aver recitato l’Angelus il Papa passa ai consueti saluti e appelli. Il Papa esprime subito la sua vicinanza alle popolazioni della Germania, del Belgio e dell’Olanda colpite da catastrofi e alluvioni. “Il Signore accolga i defunti e sostenga l’impegno di tutti per soccorrere chi ha subito gravi danni”, dice il Papa.

Poi il pensiero del Papa va al Sudafrica.  Il Papa pensa agli “episodi di violenza che hanno aggravato la situazione dei fratelli del Sudafrica già colpiti da difficoltà economica e sanitaria”, l’appello di Francesco per la pace e collaborazione con le autorità per dare assistenza ai bisognosi. “Rinascere nella concordia tra tutti i suoi figli”, questo è l’augurio del Papa per il Sudafrica.

L’ultimo pensiero è per il “caro popolo cubano in questi momenti difficili”. “In particolare alle famiglie che maggiormente ne soffrono. Dialogo e solidarietà per una società giusta e fraterna”.

(ACI Stampa)