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13 Lug 2021

Don Graziano Gianola muore dopo un incidente in montagna, il cordoglio della Diocesi di Trento

Dopo un incidente in montagna sull’altopiano di Brentonico, don Graziano Gianola è morto all’ospedale Santa Chiara di Trento. Il sacerdote lombardo di 47 anni, stava accompagnando un gruppo di 60 giovani di Milano. La scomparsa è dovuta alle gravi ferite riportate nella caduta sul sentiero delle Vipere a San Valentino di Brentonico, sul monte Baldo, dove si trovava in vacanza con i ragazzi del suo oratorio. L’uomo si trovava poco sotto malga Bes, ad una quota di circa 1.500 metri, in un breve tratto di sentiero attrezzato con il cordino, quando è precipitato per circa 15 metri nel dirupo ed è poi ruzzolato lungo il pendio erboso sottostante per un’altra ventina di metri, scomparendo dalla vista del gruppo che era con lui. Immediato l’allarme al 112. L’elicottero ha calato sul posto il tecnico di elisoccorso e l’equipe sanitaria. In una seconda rotazione il velivolo ha trasferito sul luogo dell’incidente tre operatori del Soccorso alpino della Stazione della Vallagarina, due dei quali hanno aiutato l’equipaggio dell’elisoccorso nelle operazioni di recupero del sacerdote, apparso subito in gravi condizioni.

Nato a Premana (Lecco) il 20 settembre 1973, don Graziano era stato ordinato sacerdote il 12 giugno 2004: dopo le prime esperienze nelle parrocchie di Buccinasco e Assago, dal 2013 era Vicario parrocchiale a Milano nella parrocchia di S. Maria del Buon Consiglio. “Mi unisco allo strazio della famiglia, dei suoi cari e della sua comunità pastorale – ha dichiarato l’arcivescovo, monsignor Mario Delpini, appena appresa la notizia – e partecipo alla preghiera di suffragio e di riconoscenza”.

Anche l’Arcidiocesi di Trento esprime la sua commozione e vicinanza alla famiglia del sacerdote lombardo e alla sua comunità. “Mi unisco – sottolinea l’Arcivescovo di Trento Lauro Tisi – al dolore dell’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini. La montagna, tanto amata da don Graziano, ne ha chiesto il sacrificio della vita. Ancor più preziosa, perché vita donata, nella sequela di Gesù, al servizio appassionato di educatore e di formatore. Il suo sorriso e la sua serenità resteranno come solida guida nel cuore dei tanti giovani che ora lo piangono”.

Fonte: ANSA e Ufficio Comunicazioni Sociali Arcidiocesi di Trento