Lucia
L’ultima Messa è detta, fatto l’ultimo sacco
per la tua ultima partenza dalla base.
Paolo è con te per l’ultimo cammino.
Solo tu, o Gesù, sai quanti passi faremo ancora nel mondo
Dopo di questi, non ce ne saranno più.
Ventisett’ anni di cammino: lontanissima la Bolghera.
Tempo di Pasqua, un tardo aprile in albis
preannuncia il tuo passaggio.
L’hai sempre presagito; ma adesso, non lo sai.
Profeta in cronaca dalle pagine del Diario,
mistico in racconti di vita quotidiana,
Mario e Armando mescolati insieme
pronti entrambi per passare avanti.
Uomo felice di passione e canti,
di sofferenze sole, d’intime lotte sconosciute a tutti,
di volontà forte, ingenua ed arrembante
di realtà povera, povera e normale
provata tutti i giorni.
Voli di santità e atterraggi dolorosi
sulla terra nostra
di noi tutti, senza ali e senza fiabe,
senza sconti per nessuno.
Dio ti circonda, ti avvolge, ti respira da ogni lato.
Quanti Sì Gli hai detto?
Non bastano, non bastano, non bastano.
Non esiste il sì definitivo, finché non arriva quel momento.
Quante parole bellissime Gli hai scritto.
Quante durissime ne hai rivolte a te.
Ti sei detto tutto, nascondendo nulla.
Tutto quel gran parlare silenzioso,
tutto tra te e Lui, tutto sulla carta
si spezzerà di colpo, da qui a poco.
Non serve più parlare,
sulla croce che ti arriva addosso.
Solo, abbandonato.
Paolo con te, abbandonato e solo.
Nelle mani di soldati in armi:
vostro il Calvario, in Laos.
Che avrai pensato, Mario ?
Che avrai sentito, che avrai pregato?
Respiro a fatica, mi sento tutto sobbalzare.
Assalito dalla paura di morire, di impazzire,
di essere abbandonato da Dio
Ma non è nulla.
Gesù mi ama egualmente
e io lo amo.
Parlan per te, le tue parole,
scritte da prima, lampi di verità futura.
Parlan per te, che non potrai parlarne.
Ho scelto la croce come mia gioia
La gioia che trabocca dalla croce
Eccola.
Trabocca e versa e te ne inonda.
Il sangue, il male, gli urli, i colpi.
Gesù ti è fratello.
Tu sei di Cristo.
A Dio, per sempre.