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02 Mag 2021

Bene comune impegno di tutti: il Vescovo Muser nella festa di S. Giuseppe Lavoratore

Il vescovo Ivo Muser , durante la celebrazione per la Festa di S. Giuseppe Lavoratore di ieri, primo maggio, ha auspicato un gioco di squadra per rilanciare il lavoro e le attività economiche ma anche per creare nuove opportunità in questo tempo complicato.

 Nel duomo di Bolzano il vescovo  ha rinnovato la vicinanza ai lavoratori, alle loro famiglie e alle imprese in questa fase complicata segnata dalla pandemia.

Ha ricordato, inoltre, che il lavoro “è un fattore essenziale della vita. Non ha solo un prezzo ma è un valore, perché dietro ci sono l’uomo e la donna nella loro interezza e dignità di persone.“ Monsignor Muser si è richiamato a due principi-guida della dottrina sociale della Chiesa: la solidarietà e la sussidiarietà. Solidarietà intesa come “aiuto reciproco e disponibilità alla condivisione, perchè abbiamo bisogno l’uno dell’altro. E sussidiarietà intesa come coraggio di esercitare la responsabilità personale, di contribuire ciascuno secondo le proprie possibilità. Possano solidarietà e sussidiarietà essere le idee guida vincolanti e unificanti per un’economia che cerca di fornire il suo contributo irrinunciabile allo sviluppo della nostra società.“

Nella Festa dedicata a chi lavora il Vescovo ha poi espresso la sua vicinanza “a tutte le persone impegnate per un futuro dignitoso del proprio lavoro e della propria impresa, che sono il sostegno delle famiglie e della promozione sociale del nostro territorio. Confidiamo che le istituzioni locali, provinciali e statali prendano a cuore le richieste di chi si sforza ogni giorno di rendere viva la nostra comunità.“ Muser ha osservato che l’impegno per posti di lavoro buoni e sicuri ha conosciuto una nuova urgenza con la crisi da Covid, “ma unendo le forze in un gioco di squadra si potrà fare molto per il bene comune: per conservare le attività economiche e lavorative esistenti e per creare anche nuove opportunità, capaci di promuovere un lavoro sempre più sostenibile e sempre meno precario, soprattutto per i nostri giovani.“

Il vescovo ha invitato a pregare san Giuseppe, patrono dei lavoratori, “affinché siano garantite giuste condizioni di lavoro e di retribuzione; affinché le donne siano pagate come gli uomini per il loro lavoro; affinché le leggi del mercato, della redditività, dell’aumento dei profitti non siano le uniche a valere, perchè l’essere della persona viene prima del suo lavoro.“ Infine il presule ha ricordato che la pandemia può contribuire a ripensare le nostre priorità, puntando lo sguardo sull’essenziale e sul molto che già abbiamo. Un segno di ripensamento per rallentare il nostro stile di vita può essere, secondo Muser, “l’impegno per una domenica libera dal lavoro e dedicata invece alle tante opportunità che offre sul piano familiare, culturale, religioso.“

(Fonte: Uff. Stampa Diocesi BZ-BX)