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23 Apr 2021

Università di Bolzano: un progetto contro il Revenge Porn

Si intitola progetto “Creep” la mappatura nazionale del fenomeno del Revenge Porn; avviato nel 2019 dalla Libera Università di Bolzano , è il primo studio che punta a ottenere una comprensione del fenomeno nei suoi diversi aspetti.

Il fenomeno definito, appunto,  Revenge porn”, che moltissimi casi di cronaca hanno portato alla ribalta, consiste in una insidiosa forma di cyberviolenza, ovvero di abuso e violenza attuate per mezzo delle tecnologie informatiche. Essa avviene attraverso la condivisione di immagini sessualmente esplicite senza il consenso della persona rappresentata e si traduce, dunque, in una grave violazione dell’intimità. Si tratta di un fenomeno spesso collegato alla violenza nelle relazioni di coppia e alla violenza di genere, ma anche a “sexting”, voyeurismo, cyberbullismo, estorsioni a sfondo sessuale.

 Il progetto di ricerca

Ricercatori e docenti della Libera Università di Bolzano, nel 2019, hanno dato vita a “Creep”, il primo progetto di ricerca italiano dedicato al tema della divulgazione non consensuale di immagini sessualmente esplicite. Coordinato dalla prof.ssa Kolis Summerer, docente di diritto penale alla Facoltà di Scienze della Formazione, lo studio interessa aree scientifiche e disciplinari diverse: dal diritto all’informatica (ricercatore Sergio Tessaris) fino a psicologia dello sviluppo e dell’educazione (prof.ssa Antonella Brighi). “Creep” riunisce, oltre a ricercatori dell’Università di Bolzano e studiosi stranieri (delle Università di Cambridge, Innsbruck e Adelaide), anche importanti attori del territorio locale come la Polizia di Stato, Compartimento Polizia Postale e delle Telecomunicazioni del Trentino-Alto Adige, l’Associazione Gea per la solidarietà femminile contro la violenza, il Centro antiviolenza per donne in situazione di abuso di Trento e l’Euregio Platform on Human Dignity and Human Rights (EUPHUR).

 Il questionario online

Adesso il progetto “Creep” ha organizzato una rilevazione online per mappare l’incidenza del “Revenge porn” sul territorio nazionale. L’obiettivo è individuare – nella popolazione maggiorenne –eventi e situazioni on e offline che possono accrescere il rischio di essere esposti a questo genere di violenza. Sono oggetto dell’indagine anche il “sexting”, ovvero l’invio di una propria foto sessualmente esplicita, che spesso costituisce un antecedente del “Revenge porn”, e altre forme di abuso digitale, come la semplice minaccia di divulgazione dell’immagine (“sextortion”). Tra le domande del questionario alcune sono dirette a comprendere il grado di consapevolezza dell’illiceità di questi comportamenti.

 “Ci auguriamo che molte persone collaborino e compilino il questionario”, afferma la prof.ssa Summerer, “l’indagine consentirà anche di acquisire dati e conoscenze utili alla messa a punto di interventi di prevenzione”. Il progetto di ricerca mira a diffondere una cultura della legalità nell’uso delle tecnologie, promuovere il rispetto dell’altro nelle relazioni online e offline, sensibilizzare l’opinione pubblica, operatori, educatori, famiglie riguardo alla violenza di genere, evitando la stigmatizzazione delle vittime e favorendo un confronto sul tema. Il questionario è disponibile sia in lingua italiana che tedesca. I dati saranno raccolti in forma assolutamente anonima così da rendere impossibile risalire all’identità di chi risponderà alle domande.

(Fonte e foto:Ufficio Staff stampa e organizzazione eventi Freie Universität Bozen – Libera Università di Bolzano)