C’è un filo che unisce le donne che vivono nella steppa della Mongolia, nell’isola di Socotra e nel deserto della Dancalia, descritte nelle immagini e nei testi di Caterina Borgato. Un filo che unisce storie diverse ma che egualmente raccontano di un universo femminile in cui forza, coraggio e creativià sono gli strumenti che consentono di vivere e di affrontare la quotidianità negli più remoti della terra, dimenticati, inaccessibili ma che sono fondamentali per capire il valore dell’esistenza umana. È questo uno dei temi attorno a cui ruota la mostra che troverà spazio alla Biblioteca Civica Tartarotti di Rovereto dal 15 settembre fino al prossimo 5 ottobre. La rassegna fotografica ripropone al pubblico i racconti delle “Donne di terre estreme”, volume edito da Montura. Frutto di un progetto dell’autrice, viaggiatrice raffinata che ha avuto l’occasione conoscere da vicino queste “signore” e le comunità in cui vivono. I loro ritratti testimoniano la capacità di essere ospitali in terre inospitali, di sapere gestire la vita di ogni giorno o in una ger, dove ogni oggetto, ogni materiale, viene riciclato, riutilizzato, reinventato, risistemato, riadattato, in una tenda o in una capanna costruite per cercare riparo dal sole che brucia pelle e capelli e dal caldo che non lascia tregua. C’è Jazera intenta ad impastare lo sterco, ben sapendo che servirà per garantire il fuoco, e la sopravvivenza delle popolazioni nomadi. Lei taglia, cuce, rammenda: ogni centimetro di stoffa è ‘oro’ e gli indumenti vanno recuperati, nulla va buttato. Ci sono, poi, le due bimbe albine, piccoli “fantasmi africani”, nate in un villaggio nell’arcipelago a sud dello Yemen per sei mesi all’anno battuto dalle tempeste monsoniche: lì la madre le protegge dai pregiudizi dettati dalla cultura e dal colore della pelle. Infine le giovani Afar: nonostante la penuria di acqua e di pioggia, riescono a fare il pane e si muovono la sera, all’imbrunire, quando il clima lo consente, in cerca di legna per cuocerlo. Insomma la mostra, che inaugura sabato 13 settembre, narra di donne forti e resilienti che hanno aggirato le difficoltà con cui hanno dovuto fare i conti grazie alla tenacia, allo spirito di sacrificio e alla solidarietà, offrendo una galleria di immagini che diventano il simbolo della coesione femminile, di un tacito “patto sociale” comune e del ruolo fondamentale che l”altra metà del cielo’ ha per l’intera umanità. (ANSA).