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02 Set 2025

Padre Patton, ‘in Terra Santa ho vissuto situazioni difficili’

Nove anni che sono stati “un’immersione piena dentro culture e religioni diverse, in situazioni anche molto difficili, di conflitto e di guerra, ma anche all’interno di realtà nelle quali ho visto persone che vorrebbero un mondo diverso, più pacificato”. Lo ha spiegato l’ex custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, a margine del suo intervento a Vigolo Vattaro, lunedì primo settembre, in un incontro organizzato dal Comune di Altopiano della Vigolana, dall’Unità pastorale della Vigolana e dalle Acli Trentine. Patton, che alle 18 interverrà a palazzo Geremia, a Trento, ha spiegato che resterà in Terra Santa. “Semplicemente – ha detto – cambierò luogo e punto di vista, perché dal primo ottobre di fatto sarò in Giordania, sul Monte Nebo, che è il luogo dove termina il cammino di Mosé” e dove si trova il santuario a lui dedicato. La custodia di Terra Santa a fine giugno è stata affidata a padre Francesco Ielpo. Il periodo in cui il ruolo di custode è stato ricoperto da Patton, ha spiegato il frate trentino, è stato segnato “dall’esperienza del conflitto e della guerra”. “Quando sono arrivato, nel 2016, era il momento peggiore della guerra in Siria, che poi si è sgonfiata meno di un anno fa”, ha spiegato. “Questi ultimi due anni, dal 7 ottobre 2023, sono stati due anni molto difficili per Israele e per la Palestina. Per non parlare di quella parte di Palestina che è Gaza, che ormai è completamente distrutta”. Per costruire la pace, ha sintetizzato padre Patton, bisogna partire da sé e dall’educazione. “Secondo san Francesco, per essere operatori di pace bisogna portare la pace nel cuore”, ha detto. “E dopo bisogna educare, educare ed ancora educare. Perché senza un’educazione alla pace è molto difficile che si riesca a costruirla. Bisogna ad esempio evitare di assumere l’atteggiamento dei tifosi, perché nei conflitti non è in gioco il risultato di un derby, ma la vita delle persone. Direi che bisogna imparare a stare sempre dalla parte di chi soffre e fare il possibile per sostenere questo tipo di persone”.

(ANSA).