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19 Ago 2025

Astori, De Gasperi intuì il problema della difesa comune europea

Il fondatore del Movimento Repubblicano Popolare italiano Etienne Borne scrisse che “il sogno europeo è il contributo della politica democristiana a questo secolo”. Lo ha citato Gianfranco Astori, consigliere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, giornalista e politico di lungo corso nelle fila delle Democrazia cristiana, nel corso della “Lectio Degasperiana”, a Pieve Tesino, in un intervento dal titolo “Più di un partito. La Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi”. Astori ha ricordato il principio dell’antifascismo, che venne messo “al centro della classe dirigente del nuovo partito”. “Fu De Gasperi – ha spiegato – che propose il 25 aprile come Festa della Liberazione nazionale. Fu lui che volle che il primo Congresso nazionale della Dc si aprisse a Roma il 25 aprile 1946”. Un filo rosso collega le parole di De Gasperi a quelle pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla 50/a Settimana sociale dei cattolici a Trieste, durante la quale “ha esortato a non arrendersi a una democrazia ‘a bassa intensità’, perché la democrazia vive di partecipazione dei cittadini”. A De Gasperi, infatti, ha proseguito il consigliere del capo dello Stato, citando le parole alle Grandes Conférences Catholiques di Bruxelles, non sfuggiva che “la storia dimostra che nessuna precauzione di ordine costituzionale potrebbe impedire l’avvento della tirannide se una attiva coscienza democratica non è operante nel popolo”. Ma in un’Europa in cui soffiano ancora venti di guerra, ha aggiunto Astori, attuale è anche la questione di una difesa comune europea: fu il politico di Pieve Tesino, infatti, a proporre la creazione di una Comunità europea di difesa (Ced). Un’ipotesi che naufragò poche settimane dopo la sua morte. De Gasperi “capiva che negli Stati Uniti si riaffacciava lo spirito isolazionista e che gli americani spingevano per un maggior impegno degli europei alla politica di difesa e che l’Europa non poteva permettersi di dipendere totalmente da loro”, intuendo “il problema dell’autonomia strategica europea”. “De Gasperi – ha concluso Astori nella lectio che si è tenuta ieri- si trovò ad affrontare un mondo in cui l’incendio del Secondo conflitto era appena cessato. Oggi l’incendio divampa. I nodi della storia lasciati insoluti hanno la brutta abitudine di ripresentarsi”. (ANSA)