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09 Mag 2025

Il robot morbido che “pensa” con le gambe senza IA e software

Nessun computer o intelligenza artificiale: solo tubi di gomma, aria compressa e un po’ di fisica ingegnosa. Una scoperta che mette in discussione l’idea che servano sistemi complessi per ottenere comportamenti intelligenti. Lo studio, merito di un gruppo di ricerca dell’istituto Amolf di Amsterdam, con primo autore l’italiano Alberto Comoretto, ricercatore laureato a Trento, ora dottorando in soft robotics, è stato pubblicato su ‘Science’. Il robot morbido cammina, salta e nuota. La scoperta è che fa tutto da solo, senza elettronica, senza sensori e senza algoritmi, solo sfruttando il proprio corpo e il modo in cui interagisce con l’ambiente circostante. La sincronizzazione si adatta. Se incontra un ostacolo, il robot cambia direzione, dalla terra all’acqua cambia andatura e da un salto coordinato passa a un nuoto fluido, in stile libero. Senza chip, né controlli centralizzati. Il comportamento emerge spontaneamente dall’interazione tra corpo e ambiente. Nessun software, nessuna rete neurale. Alla base del movimento c’è un principio fisico che è sotto gli occhi di tutti. Il robot è alimentato infatti da un semplice flusso d’aria. Ogni gamba – un tubo flessibile – inizia ad oscillare, un po’ come quegli omini gonfiabili che si trovano fuori dai negozi a scopo promozionale. Presa singolarmente, ogni gamba si muove in modo caotico ma appena gli arti vengono collegati insieme i movimenti si sincronizzano spontaneamente, le gambe prendono ritmo e iniziano a camminare. “Lo stesso principio della sincronizzazione è alla base delle lucciole che lampeggiano all’unisono o delle cellule del cuore che battono insieme. Il robot non è solo affascinante è anche velocissimo. Collegato a un tubo d’aria, si muove di 30 volte la propria lunghezza ogni secondo. Un record per questa categoria: a confronto, per dare un esempio in ambito automobilistico, una Ferrari ne raggiunge ‘soltanto’ 20”, spiega Alberto Comoretto, inventore di questi ‘robot soffici’. “È un’intelligenza decentralizzata, simile a quella che troviamo in natura. Pensate alle stelle marine: coordinano centinaia di pedicelli senza un cervello centrale, solo attraverso feedback locali”, spiega Mannus Schomaker, un altro autore dello studio. (ANSA)