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07 Mag 2025

Droga e riciclaggio nel locali in Trentino, 37 misure cautelari

Per 37 persone, appartenenti a quattro gruppi dediti allo spaccio di stupefacenti, i cui proventi venivano reinvestiti nell’attività imprenditoriale in ambito alberghiero, sono scattate altrettante misure di custodia cautelare da parte della Guardia di Finanza di Trento, nell’ambito di un’indagine di polizia economico-finanziaria delegata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Trento. Di queste persone, 18 sono in carcere, due agli arresti domiciliari, 13 sono state colpite da divieti di dimora, tre da obbligo di dimora nella provincia di Trento e uno da obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria. Sono stati sequestrati 12,4 milioni di euro, 130 chili di cocaina e di hashish e un paio di pistole. Sotto sequestro anche quattro locali, di cui uno a Trento (Dolce Vita) due ad Andalo (Chalet Tower Pub ed Andel Hause) e uno a Lavis (Caffè al Centro), e una società finanziaria che detiene quote di altre tre imprese: due nel settore commerciale e una nel settore della ristorazione. Va sottolineato che si tratta di indagini preliminari e quindi le accuse sono da dimostrare. L’indagine, che ha visto complessivamente 70 indagati, è cominciata un paio di anni fa con segnalazioni di operazioni sospette, pedinamenti ed intercettazioni. Sono stati impiegati circa 200 finanzieri, con l’ausilio di cani antidroga ed elicotteri. Il primo gruppo, come spiegato in conferenza dal comandante provinciale della Gdf Danilo Nastasi, era formato da 18 persone, prevalentemente di nazionalità italiana, dedite allo spaccio di stupefacenti. Era a capo di questo primo gruppo una famiglia trentina attiva nel settore della ristorazione, di cui quattro membri ora sono in carcere. L’operazione condotta dal comando provinciale della GdF di Trento sotto il coordinamento della Procura rappresenta “un segnale che la Procura della Repubblica di Trento e la Guardia di Finanza vogliono dare alla comunità trentina, composta da gente virtuosa, che certi comportamenti vengono sempre scoperti”, ha detto in conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Trento Sandro Raimondi. (ANSA).