Con l’assenza annunciata del Cardinale Antonio Canizares Llovera, Arcivescovo emerito di Valencia, saranno 134 i cardinali elettori che nel pomeriggio di mercoledì 7 maggio entreranno nella Cappella Sistina per eleggere il nuovo Romano Pontefice, successore di Papa Francesco.
Dei 134 porporati che saranno presenti con diritto di voto, ben 108 sono stati creati da Papa Francesco e quindi si cimenteranno per la prima volta in conclave. 21 sono i cardinali creati da Papa Benedetto XVI (in realtà 22, contando il Cardinale Canizares) e 5 quelli scelti da Giovanni Paolo II: Vinko Puljic, Arcivescovo emerito di Sarajevo – che è cardinale elettore di più antica creazione, avendo ricevuto la berretta rossa nell’ormai lontano 1994 -; Peter Turkson, Gran Cancelliere dell’Accademia delle Scienze; Peter Erdo, Arcivescovo di Budapest; Josip Bozanic, Arcivescovo emerito di Zagabria e Philippe Barbarin, Arcivescovo emerito di Lione.
Gli europei che entreranno in Sistina complessivamente sono 52, meno della metà dell’intero corpo elettorale. 16 provengono dall’America del Nord, 4 dall’America Centrale, 17 dall’America del Sud. L’Africa arriva al conclave con 18 porporati, mentre sono 23 gli asiatici e 4 dall’Oceania.
Dei 52 europei, gli italiani, tra curiali e residenziali, sono 17 (a cui non vanno aggiunti i Cardinali Marengo e Pizzaballa, che seppur italiani di nascita sono assegnati rispettivamente a Mongolia e Terra Santa). Per l’Italia la presenza è quasi dimezzata se si pensa che al conclave del 2013 era rappresentata da 28 porpore. A seguire la Francia con 5, la Spagna con 4 (sarebbero 5 contando l’assente Canizares), 4 anche per Portogallo e Polonia, 3 per Germania e Regno Unito, 2 per la Svizzera, 1 rispettivamente per Belgio, Bosnia, Croazia, Ungheria, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Serbia e Svezia.
L’America del Nord conta 10 statunitensi (uno in meno rispetto ai conclavi del 2005 e del 2013), 4 canadesi e 2 messicani. L’America Centrale porta nella Sistina 1 cardinale rispettivamente da Cuba, Nicaragua, Guatemala e Haiti. L’America del Sud vedrà la presenza di 7 cardinali del Brasile, 4 dell’Argentina (erano 2 nel 2013 e 1 nel 2005), e 1 rispettivamente di Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù ed Uruguay.
Le 18 porpore africane (7 in più rispetto al 2013) si suddividono in 2 dalla Costa d’Avorio, e 1 rispettivamente da Algeria (sebbene il Cardinale Vesco sia francese di nascita), Burkina Faso, Capo Verde, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Ghana, Guinea, Kenya, Madagascar, Marocco (il Cardinale Lopez Romero è spagnolo di nascita), Nigeria, Ruanda, Sudafrica, Sud Sudan e Tanzania.
Dall’Asia parteciperanno al conclave 23 cardinali (13 in più rispetto ai 10 del conclave del 2013): 4 dall’India, 3 dalle Filippine, 2 dal Giappone, 1 rispettivamente da Cina, Timor Est, Terra Santa (il Cardinale Pizzaballa è italiano di nascita), Indonesia, Iran (il Cardinale Mathieu è belga di nascita), Iraq, Corea del Sud, Malesia, Mongolia (il Cardinale Marengo è italiano di nascita), Myanmar, Pakistan, Singapore, Sri Lanka e Thailandia.
Infine dall’Oceania potranno votare 4 cardinali, rispettivamente 1 per Australia (il Cardinale Bycok è ucraino di nascita), Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea e Tonga.
Dei 134 cardinali che entreranno nella Cappella Sistina per il conclave, 5 fanno parte di chiese cattoliche orientali sui iuris: il Cardinale Bycok (chiesa greco-cattolica ucraina); il Cardinale Koovakad (chiesa siro-malabarese); il Cardinale Thottunkal (chiesa siro-malankarese); il Cardinale Souraphiel (chiesa metropolitana sui iuris etiope); il Cardinale Sako (chiesa caldea).
Rispetto al conclave del 2013 che elesse Papa Francesco non saranno rappresentate in Sistina – nemmeno da un arcivescovo emerito – diocesi tradizionalmente cardinalizie quali Vienna, Genova, Parigi, Milano, Armagh, Cracovia, Palermo.
(ACI Stampa)