Con una cerimonia nella Sala Depero del palazzo sede di Piazza Dante, il Gruppo di coordinamento internazionale del sito seriale transazionale patrimonio Unesco “Palafitte preistoriche dell’arco alpino” ha sancito simbolicamente il passaggio della sua presidenza dalla Germania all’Italia. Trento è stata scelta quale sede della consegna del testimone, poiché il Trentino, oltre ad ospitare due siti palafitticoli iscritti alla lista Patrimonio mondiale – Fiavé e Ledro – dal 2019 ha come referente per l’Italia, in seno al Gruppo di coordinamento, il dirigente generale dell’UMSt Soprintendenza per i beni e le attività culturali Franco Marzatico, che guiderà la rappresentanza delle Palafitte Unesco per i due anni di presidenza Italiana. Oltre al soprintendente Marzatico, alla cerimonia hanno preso parte la vicepresidente e assessore alla cultura della Provincia, Francesca Gerosa, la rappresentante dell’Ufficio Unesco del ministero della cultura, Laura Acampora, la rappresentanza della Germania con il presidente uscente del Gruppo di coordinamento Markus Gschwind e, per il segretariato del Sito che ha sede in Svizzera, la coordinatrice degli incontri Barbara Fath. La vicepresidente della Provincia, riferisce una nota, ha accolto i partecipanti al simposio, sottolineando che “quando si parla dell’Unesco e delle sue fondamentali azioni legate all’educazione, alla scienza e alla cultura, ci addentriamo in un ambito che tutela e valorizza fortemente le identità delle comunità locali, ma sempre con l’attenzione alla pluralità, alla connessione con le culture vicine o più lontane, allo scambio di saperi e le palafitte preistoriche dell’arco alpino ben rappresentano questo binomio di peculiarità territoriale e di legame con il contesto esterno”. “Il rapporto fra uomo e ambiente – ha detto Marzatico – si svela in modo eccezionale nei siti palafitticoli, dove grazie all’acqua e all’umidità si conservano manufatti e resti organici altrimenti destinati a scomparire per l’incuria del tempo: discende da questa particolarità il riconoscimento Unesco. Se si escludono ricostruzioni e installazioni museali, questi siti soffrono di scarsa visibilità, tanto che si conservano sommersi o sepolti. Le palafitte, però, oltre a riportarci al passato, richiamano tematiche di grande attualità, legate allo sfruttamento dell’ambiente e ai cambiamenti climatici, che oggi mettono a rischio la sopravvivenza di questi scrigni di storia”.
(ANSA).