L’associazione Amici della terra Lago d’Idro e Val Sabbia viene ascoltata in Terza commissione del Consiglio provinciale di Trento. Fuori da palazzo Trentini, una rappresentanza di soci e simpatizzanti ha tirato fuori striscioni e cartelloni per ricordare la petizione firmata da 525 persone e portata al presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini a settembre, per chiedere la salvaguardia del lago d’Idro. “Stiamo cercando di far ragionare in maniera ampia i nostri rappresentanti politici su una problematica molto grave, che è quella che riguarda il fiume Chiese, il lago d’Idro e la depurazione del Garda”, spiega all’ANSA Luigina Armani. “C’è in programma di fare una depurazione della sponda occidentale del Garda costruendo un depuratore ad Esenta di Lonato – prima era previsto a Gavardo e Montichiari – per scaricare le acque depurate nel fiume Chiese. Fiume che però ha una portata relativamente limitata, che spinge a cercare altra acqua a nord. E qui arriviamo ad un secondo problema, cioè al fatto che bisogna cercare di prendere più acqua dal lago d’Idro, che la Lombardia considera come una diga e non come un lago di origine glaciale. Servono quindi altre costruzioni per portar via acqua dal lago, con delle ripercussioni molto gravi sul biotopo di Baitoni e non solo”. Per l’associazione si tratterebbe di una mancanza di rispetto del “sistema fiume e del lago”. “Si potrebbe ragionare con più buonsenso, cercando di puntare alla divisione tra acque nere ed acque bianche della sponda occidentale del lago di Garda. Una volta divise, le acque nere potrebbero essere portate a Peschiera, a sud del lago di Garda. Questa soluzione, oltre a rispettare di più i due bacini imbriferi, avrebbe anche una coerenza maggiore rispetto alle direttive europee, che stabiliscono che si devono dividere le acque nere dalle acque bianche”, conclude Armani.
(ANSA).