Terminata la loro missione, gli apostoli si riuniscono attorno a Gesù che li aveva mandati ad annunciare il regno di Dio. A Lui riferiscono quello che hanno detto e fatto, i successi e gli insuccessi, le fatiche e le soddisfazioni. Un comportamento esemplare dei dodici ma più in generale di ogni discepolo, ovvero quello di rendere conto del proprio operato al solo Gesù.
Ai discepoli il Signore propone il suo stesso ritmo di vita. Dopo un’intensa vita apostolica Gesù si ritirava in un luogo solitario, e là pregava. Si tratta di una pausa necessaria per distendere il corpo e lo spirito. Faticosa la missione del cristiano, come quella di Gesù, e Lui lo sa per esperienza. La nostra vita, che è servizio a Cristo, alla famiglia, alla società è fatta di lavoro e di impegno e non dobbiamo stupirci se ne sentiamo il peso e la conseguente necessità di riposo. Pertanto, nell’invito che il Signore rivolge agli apostoli: “venite in disparte in un luogo solitario, e riposatevi un poco”, troviamo un’attenzione piena di affetto e di comprensione prima di tutto verso gli apostoli, ma poi anche nei nostri confronti. Non dobbiamo dimenticare che l’affanno, il troppo lavoro, come del resto un’attività apostolica eccessivamente intensa, corrono il rischio di togliere la serenità interiore e di portare a credere che la salvezza dipenda più dalle nostre forze che dalla grazia divina
Il riposo non si risolve in un non “fare niente”, ma è finalizzato a recuperare le proprie energie fisiche e spirituali. E’ questo il significato della festa, la quale aiuta ci a “ricevere con più efficacia l’azione della grazia divina, e nel prepararci a rispondervi con più generosità”. “Il cuore della festa cristiana” è la santa Messa. Confinarla all’ultimo posto della giornata è un chiaro segno di poco amore nei confronti del Signore e di noi stessi. Al Signore va riservata la parte migliore della domenica, anche se ciò dovesse comportare un cambiamento di programmi.
Il Signore desidera che siamo persone equilibrate e serene, accoglienti e disponibili. Il distacco dalle proprie attività, dal proprio luogo di lavoro abituale è necessario per non cadere nella superficialità e fare di ogni piccola difficoltà un dramma. Il riposo, dunque, serve per amare il Signore e in Lui le persone che il Signore ci ha affidato, la loro crescita e la loro formazione.
Solo dopo essere stato nella solitudine e nel silenzio, Gesù è in grado di rispondere efficacemente alle necessità della folla: Si commosse per loro [la folla], perché erano come pecore senza pastore e si mise ad insegnare loro molte cose. Gesù si trova di fronte un popolo che è senza guida, smarrito, privo di riferimento, senza il pane della Verità.
La sua commozione non è un sentimento passeggero, ma si trasforma in insegnamento. Egli annunzia una parola che non è una parola tra le tante che la gente poteva ascoltare o pensare, ma è una Parola nuova che coincide con Lui stesso che è origine, via e fine di ogni persona.
(ACI STAMPA)