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22 Giu 2024

“Chiara ci ha rivelato che Dio è un Dio felice”

Ieri, 21 giugno, nella Basilica di San Giovanni in Laterano si è svolta la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù, la fama di santità e dei segni della Serva di Dio Chiara Corbella, laica e madre di famiglia. La cerimonia è stata presieduta dal vescovo Baldassare Reina, vicegerente della Diocesi di Roma, alla presenza dei familiari di Chiara Corbella. La causa era stata avviata il 21 settembre 2018 dal Cardinale Angelo De Donatis, allora Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma.

Chiara era una giovane ragazza romana che, per proteggere il figlio che portava in grembo, ha rimandato le terapie per curare un cancro. Una scelta – abbracciata senza avere dubbi – che ha salvato il piccolo, ma che è costata la vita alla giovane mamma, morta a Roma il 13 giugno 2012.

Aprendo la celebrazione, il Vescovo Baldassare Reina Ringraziamo il Signore ha ringraziato il Signore per il dono della vita di Chiara e per il dono della santità. Questo momento può sembrare formale ma è un momento di Chiesa. “Siamo qui per contemplare un germoglio, un seme di santità che il buon Dio ha deposto nel cuore di Chiara e noi oggi appunto lo contempliamo. Ringraziamo il Signore per questa nostra sorella, e affidiamo al Dicastero delle Cause dei Santi il lavoro fatto al livello diocesano. Ci impegniamo a imitare Chiara, perché tutti siamo chiamati alla santità: nella vita di tutti i giorni, nelle difficoltà, nei problemi, nelle malattie. Chiara ci insegna, insieme ad una schiera infinita di uomini e donne, che la santità è una via possibile, ed è l’unica via che rende felici, e allora gustiamo questo momento”.

“Se leggiamo la vita di Chiara con una logica umana – ha concluso il Vicegerente di Roma – sarebbe assimilabile ad una tragedia, sostenuta dalla fede e dall’amore sponsale l’esperienza della sofferenza si muta in Chiara in esperienza di vita eterna, dai toni decisamente pasquali. Riconosciamo nel suo modo di rispondere agli eventi dei chiari segni di risurrezione e perciò segni di piena appartenenza a Cristo”.

Nella scelta di custodire la vita di suo figlio, rifiutando le cure per sè, si coglie un’accettazione pasquale, serena e felice della malattia in obbedienza alla volontà di Dio. E’ la vittoria definitiva che smaschera l’inganno della morte, conclude il Vicegerente.

“Chiara ci ha rivelato che Dio è un Dio felice, quando ho visto morire Chiara l’ho vista morire felice. E credo che anche Gesù sulla croce sia morto felice come Chiara. Attraverso Chiara possiamo vedere la dolcezza di Dio. Quando chiesi a Chiara se la croce fosse davvero dolce, lei mi rispose di sì”, le parole di Enrico – marito di Chiara – al termine della celebrazione in Laterano.

Tutti i documenti riguardanti l’inchiesta diocesana saranno ora trasferiti al Dicastero delle Cause dei Santi.

(ACI Stampa)