“Il costo più importante della frammentazione è quello di rendere più difficile la risposta a emergenze globali”. Lo ha detto la vicesegretaria generale Ocse Fabrizia Lapecorella parlando dei costi della deglobalizzazione in occasione del Festival dell’economia di Trento organizzato dal Gruppo 24 ore e da Trentino marketing per conto della Provincia di Trento. “La tendenza alla frammentazione dei mercati internazionali – ha aggiunto Lapecorella – va inquadrata nel contesto in cui ha cominciato a materializzarsi, a partire dalla pandemia da Covid.
Durante la pandemia Covid abbiamo sperimentato per la prima volta per ragioni strettamente connesse all’emergenza pandemica i primi strozzamenti nelle catene globali del valore che hanno determinato un incremento dei costi di produzione”. Un altro momento spartiacque, ha spiegato Lapecorella, è stata l’aggressione della Russia contro l’Ucraina.
“Su tutto, la frammentazione – ha sottolineato la vicesegretaria Ocse – è un problema rispetto all’esigenza indifferibile di perseguire politiche che rispondano ad emergenze che sono genuinamente globali, come la necessità di avere risposte pronte a ulteriori fenomeni pandemici, e quindi a minacce della salute pubblica, che si sono dimostrate essere minacce senza confine”. Tra le emergenze “genuinamente globali”, ha aggiunto Lapecorella, anche il cambiamento climatico.
(ANSA)