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07 Mag 2024

Vietnam dimenticato, gli italiani arruolati in Legione straniera

Nel settantesimo anniversario della sconfitta francese di Dien Bien Phu da parte del Viet MInh (l’Esercito di liberazione del Vietnam guidato dal generale Giap e da Ho Chi Minh), al Museo storico della guerra di Rovereto, questa sera si apre la prima mostra fotografica realizzata in Italia sui diecimila giovani italiani che hanno combattuto con la Legione straniera francese nella prima guerra d’Indocina (1946-1954).

Un migliaio i morti e i dispersi. Centinaia i feriti e i sopravvissuti con grave stress post traumatico. Tra di loro, c’erano i vinti della seconda guerra mondiale, e anche partigiani che non riuscivano a inserirsi nella Italia in macerie del dopoguerra. Nella grande maggioranza, però, questi legionari erano migranti economici in fuga dalla miseria. Giovani nati tra il 1926 e il 1935, espatriati clandestinamente in Francia in cerca di un lavoro, arrestati, sbattuti in cella e posti davanti a un bivio: prigione, rimpatrio o Legione. Cinque anni di ingaggio e poi il miraggio della cittadinanza francese e di un lavoro fisso.

Con un unica condizione: sopravvivere. Carne da cannone per una feroce guerra di riconquista coloniale che i giovani francesi non volevano combatte. “Vietnam dimenticato” racconta la loro storia grazie a 21 fondi personali consegnati al Museo dalle famiglie, e al lavoro di ricerca del caporedattore del quotidiano Alto Adige Luca Fregona, autore di due libri su questo tema (“Laggiù dove si muore” e “Soldati di Sventura”).

Foto, documenti, lettere, appunti, encomi, per recuperare una pagina rimossa dalla memoria del nostro Paese. La mostra affronta anche il capitolo del disertori. Centinaia i legionari italiani che, esasperati da una guerra feroce, passarono con il VIet MInh, andando però incontro a un destino altrettanto tragico. Come il bolzanino Beniamino Leoni e il friulano Derino Zecchini, che hanno combattuto a Dien Bien Phu contro i francesi inquadrati nell’armata viet.

(ANSA)