Lisbona come città dell’incontro, come capitale del mondo, dove c’è il quartiere Mouraria in cui vivono persone provenienti da più di sessanta Paese, e da dove si guarda all’Oceano, in quello che per secoli si pensava fossero i confini del mondo.
Papa Francesco inizia il suo viaggio in Portogallo con l’incontro con le autorità e i diplomatici del Paese, in quelli che saranno cinque giorni di incontro con i giovani e con la storia spirituale del Portogallo, che ha in Fatima il suo centro. E il discorso del Papa tocca vette poetiche, arriva a guardare alla mitologia di Oceano figlio di Urano, cioè del cielo, ma anche della terra, e infatti non collega solo popoli e Paese, ma terre e continenti”.
E così, afferma il Papa, “Lisbona, città dell’oceano, richiama all’importanza dell’insieme, a pensare i confini come zone di contatto, non come frontiere che separano”. Da qui, il Papa spera in un cambio di passo, di fronte alle sfide globali, e al fatto che “le ingiustizie planetarie, le guerre, le crisi climatiche e migratorie corrano più veloci della capacità, e spesso della volontà, di fronteggiare insieme tali sfide”.
Papa Francesco ricorda che a Lisbona è stato firmato il Trattato di riforma dell’Unione Europea nel 2007, e ne riguarda i punti, che sottolineano le necessità di creare un’unione sempre più stretta tra i popoli, e non solo tra i mercati, ma anche di “promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli” e di contribuirvi anche fuori dall’Europa.
In fondo, Europa significa, secondo alcuni, da una parola che significa “direzione di occidente”, e Lisbona “è la capitale più a ovest dell’Europa continentale”, cosa che “richiama dunque la necessità di aprire vie di incontro più vaste, come il Portogallo già fa, soprattutto con Paesi di altri continenti accomunati dalla stessa lingua”.