La famiglia è la prima cellula della società. Eppure, spesso lo si dimentica. E l’eccezione è costituita, così, da chi invece la mette al centro delle proprie politiche amministrative… come hanno fatto 142 Comuni italiani che possono fregiarsi del titolo di “Amici della famiglia”.
E in questo il Trentino è stato pioniere e modello per altre provincie italiane, iniziando appunto a introdurre a partire dalle amministrazioni comunali politiche di benessere familiare e di sostegno alla natalità. Strumento operativo a supporto dell’azione trentina è stato il “Network nazionale dei Comuni amici della famiglia”, fondato nel 2017 dalla Provincia autonoma di Trento con il Comune di Alghero e l’Associazione nazionale famiglie numerose.
Per rendere onore agli “Amici della famiglia”, la Provincia Autonoma di Trento, appunto dove tutto è iniziato, ha promosso un evento a Roma per il prossimo mercoledì 29 marzo, alle ore 14.30, presso la Pontificia Università della Santa Croce (PUSC). Chi non potrà essere presente fisicamente, potrà vedere la diretta sulla pagina Facebook della Pat.
L’incontro vedrà la partecipazione del Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, del ministro della famiglia, natalità e pari opportunità Eugenia Maria Roccella, di Sua Eminenza Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI, e del vescovo dell’Arcidiocesi di Trento monsignor Lauro Tisi.
«Il Network dei Comuni amici della famiglia», si legge nel Comunicato Stampa della Pat, «è la rete dei Comuni e delle Organizzazioni che a livello nazionale intende promuovere politiche di sostegno al benessere delle famiglie sulla base dell’esperienza sviluppata dalla Provincia autonoma di Trento che ad oggi ha certificato più di 100 Comuni amici della famiglia all’interno dei quali vive oltre il 90% della popolazione trentina. Il Network nazionale è stato fondato il 6 ottobre 2017 dalla Provincia autonoma di Trento, dal Comune di Alghero e dall’Associazione nazionale famiglie numerose. Oggi i Comuni aderenti al Network sono 125, distribuiti in ben 11 regioni italiane. Il processo si è esteso anche in Europa grazie al coinvolgimento della Confederazione europea delle famiglie numerose».