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27 Ott 2022

Il lavoro nelle tesi di laurea: assegnato il Premio CIGL CISL UIL

Come il lavoro da remoto può incidere sul benessere delle persone, la relazione tra i modelli di occupazione delle coppie e la violenza di genere e, infine, una riflessione sull’impatto del mismatching occupazionale sulla produttività. Sono stati questi gli argomenti indagati dai tre neolaureati che ieri pomeriggio sono stati premiati nell’ambito della XVIII edizione del Premio Laurea promosso da Cgil Cisl Uil in collaborazione con l’Università per le migliori tesi sul lavoro.

A ricevere il riconoscimento Flavia Mazzeo, laurea magistrale in Sociologia e Ricerca Sociale con la tesi dal titolo “Couples’ employment patterns ad violence against women in Europe”, Sebastiano Scalco, laurea in Economia e Management con la tesi “The impact on the job-mismatch on aggregate productivity: evidence from Italy” e Sarah Infanti, laurea in Psicologia con una tesi “Lavoro da remoto e gli effetti sul benessere: il ruolo della cultura organizzativa e della personalità”.
In apertura d’incontro il rettore Flavio Deflorian rivolgendosi ai premiati, ma anche alle numerose studentesse e studenti presenti, ha sottolineato l’attualità e l’importanza delle riflessioni in tema di lavoro.
Ha preso poi la parola, per Cgil Cisl Uil, Michele Bezzi segretario della Cisl trentina che ha sottolineato l’importanza di porre la massima attenzione sui giovani, in tutte le scelte che riguardano il mercato del lavoro e l’occupazione. “Questa è una delle priorità che si sono dati gli Stati generali del Lavoro. Crediamo sia fondamentale che le aspirazioni professionali e di carriera dei ragazzi e delle ragazze che studiano nelle nostre scuole e nel nostro Ateneo trovino risposte anche sul nostro territorio. Dobbiamo dunque interrogarci su come non vanificare l’investimento che l’intera collettività fa sulla formazione delle giovani generazioni e allo stesso tempo, in un mercato del lavoro mobile ed europeo, come rendere il nostro contesto più attrattivo. Bisogna investire di più sul capitale umano”.

(Ufficio Stampa Università di Trento)