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13 Giu 2022

Il si che dà vita. Chiara Corbella Petrillo

Aprendo il Cantico delle creature, San Francesco loda “sorella nostra morte corporale dalla quale nessun uomo vivente può scappare”. Il passo è forte ma certamente Chiara Corbella, legatissima al Santo di Assisi, lo avrà letto decine di volte, prima di morire il 13 giugno 2012.

Raccontarne la vita non è facile in quanto sembrerebbe piena di difficoltà, invece, da tutto ciò si sprigiona una forza ed una bellezza in grado di squarciare quelle tenebre che vorrebbero avere l’ultima parola.

La sofferenza e tanto altro non sono state l’ultima parola di Chiara, in quanto questa è stata un si. Un monosillabo minuscolo, come quello di Maria, ma in grado di cambiare il mondo.

Chiara Corbella nasce il 9 gennaio 1984 a Roma. La sua è una famiglia cattolica che le insegna come la fede non è un superfluo ma quel tutto che dà senso al domani.

Socievole, simpatica e determinata sono gli aggettivi che fanno parte del suo essere.

A diciotto anni, in gita in Croazia, raggiunge la sorella a Medjugorie. In quel luogo conosce Enrico, un ragazzo di ventitré anni. Si frequentano e dopo pochi mesi decidono di fidanzarsi.

All’inizio tutto è idilliaco ma tempo dopo, come tutti i rapporti, compaiono alcune difficoltà. Tra alti e bassi, però, Chiara ed Enrico non si fanno mettere nel sacco da quel silenzio che uccide, ne da quell’indifferenza, nata più dall’amore proprio che da altro, ma cercano un senso per mettere in comune la propria esistenza. E questo è una persona: Gesù Cristo.

Dopo sei anni di fidanzamento ed una marcia francescana si sposano. Il 21 settembre 2008 ad Assisi nella chiesa di san Pietro pronunciano il loro per sempre. Da quel momento due vite  diventano una.

Il 10 giugno del 2009, Chiara resta incinta di Maria Grazia Letizia, ma la piccola dopo appena mezz’ora dalla nascita smette di respirare. Al funerale della neonata, subito battezzata, i coniugi Petrillo suonano dando esempio di grande unione e serenità.

Nel 2010 nasce Davide Giovanni. Purtroppo varie complicazioni ne fermano l’esistenza. Le parole cedono il passo al silenzio: quello della fede ad un progetto ignoto, ma sentito.

Chiara non ha paura. Il suo si davanti all’altare è simbolo di quel fidarsi, lasciarsi andare all’amore, pur nell’umana sofferenza.

Per la terza volta la giovane sposa rimane incinta: è gioia piena. Al quinto mese della gravidanza, però, le viene diagnosticato un tumore. La ragazza si sottopone ad un primo intervento, ma decide di sospendere per qualche mese la cura per non mettere in serio pericolo la vita che porta dentro di se.

Non sappiamo chi ha dato quella forza a Chiara. Non conosciamo il dolore, la tristezza e l’impotenza di chi non può far nulla, se non aspettare gli eventi. Non sappiamo cosa rappresenti per una giovane madre vedere la realizzazione di un desiderio e la sua fine. Conosciamo solo una cosa: il si di Chiara. Il 30 maggio 2011 nasce Francesco ed il 3 giugno Chiara si sottopone all’intervento: il male è  ormai troppo diffuso.

La testimonianza di Chiara è bella, grande ed è una pietra di inciampo nel cammino della vita. Una strada dura ed in salita. Un bivio che nessuno vorrebbe mai affrontare, eppure, una ragazza di appena ventotto anni ha superato tutto guardando a Cristo. Lo sconforto in lei è vinto dalla vita. Il dolore cede il posto a quel sapersi donare per il prossimo: suo figlio.

La santità passa per vie ignote ed alle volte oscure, ma passa e Chiara insegna alla storia che bisogna saperla cogliere chiamando quel dolore amore sapendo andare oltre.

Il 21 settembre 2018 si è aperta ufficialmente a Roma la causa di beatificazione.

(ACI Stampa)